L’ELEGANZA DEL TABARRO

Il tabarro fa la sua comparsa nell’antica Roma e nel corso dei secoli ha conosciuto fogge, colori e tessuti diversi, rimanendo sempre fedele a ciò che lo contraddistingue: Una mantella a forma di grande ruota a caduta libera , taglio del panno a vivo, una sola cucitura e colletto.

Esistono  varianti di mantelli sia a ruota che a mezza ruota. Gli alamari, normalmente in corda o cuoio, possono essere anche d’argento per impreziosire l’unica chiusura del mantello.

Viene indossato chiuso buttando un‘estremità sopra la spalla opposta in modo da avvolgerlo intorno al capo. E’ un mantello caldo, che si usa appunto prevalentemente nella stagione invernale anche se si possono raramente trovare anche versioni più leggere per la primavera.

E’ un capo che si ritrova nel tredicesimo secolo, e poi  nel Medioevo tra la borghesia mentre nel Rinascimento cade in disuso ma rimane comune tra gli artigiani e nel mondo rurale.
Ritorna in uso nell’Ottocento e durante il fascismo viene considerato elemento d’ispirazione anarchica.

IL CAPPELLO E LE SUE REGOLE

Il cappello, un tempo accessorio imprescindibile d’eleganza, sembrava aver perso di significato negli ultimi anni…in realtà nonostante la sua recente latenza sta riprendendo un posto nel guardaroba degli italiani desiderosi di outfit eleganti ed originali.Immancabili le regole del galateo che ricordiamo per evitare brutte figure e mantenere lo charme che l’accessorio regala a chi lo porta.Gli uomini devono togliere il cappello in tutti i luoghi chiusi, e cosa non da poco, nel momento in cui incontrano una signora. La regola impone almeno un leggero tocco per alzarlo in segno di rispetto, afferrandolo per la sua calotta. Se l’uomo non si ferma può bastare anche un tocco della tesa.Le donne invece possono tenere il cappello al chiuso, in tutte le cerimonie ufficiali, a teatro, al cinema purchè in questi ultimi due casi non sia troppo ingombrante da impedire la visione a chi sta dietro.Diverso è il caso in delle riunioni di famiglia, in ambiente privato, dove anche le donne possono togliere l’elegante copricapo.

Il fascino elegante del passato

Talvolta ripenso con magica gratitudine a quei pomeriggi della mia infanzia mentre guardavo i film che oggi i detrattori degli anni 50-60-70 definirebbero preistorici.

I ritmi erano lenti confrontati a quelli odierni, a volte i contenuti erano basati sull’evoluzione di un unico sentimento. Incredibilmente  nessun effetto speciale ti squarciava l’animo o l’attenzione,  un solo omicidio era sufficiente a portare avanti un film giallo senza necessità di brandelli di corpi ed anatomie evidenti in primo piano.  Eppure chi non ricorda l’emozione di colazione da Tiffany quando “gatto”  sparisce tra la pioggia e le cassette, chi può dimenticare l’eleganza della sua sgomenta  padroncina,  Audrey Hepburn.

“Io e il mio gatto… siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene.”

Chi può dimenticare il sorriso civettuolo e lo sguardo ammaliatore di Rossella o’Hara… indimenticabile Vivian Leight di Via col Vento..

“Dopotutto domani è un altro giorno” … potrei proseguire con una lunga serie di ricordi indelebili che appartengono ad un mondo che non c’è più…

Soprattutto  ripenso a quell’eleganza sottile, a quei lenti sorrisi nei pomeriggi assolati, quando ancora esistevano delle ore in cui non bisognava correre, produrre, distruggere, inquinare…Quando il lento tic tac del pendolo in soggiorno accompagnava il punto a croce,  il tintinnio degli aghi di chi faceva a maglia, o lo scorrere di una matita su un foglio. Ed è con la stessa emozione di quando stringo un oggetto del passato,  che ritrovo dolci energie sopire lente, come un vecchio che vorrebbe raccontarti la sua storia  ma  non vuole interrompere chi sta parlando velocemente e con più forza di lui.

E’ un’eleganza  che non scuote quella del passato, perché sa di avere tempo, di aver fatto il suo gioco palese e di poter riproporsi senza fretta… consapevole del suo valore, raffinato e potente per essere sopravvissuto oltre ogni moda

Un mercatino del riusabile.

 

NATO DALLA PASSIONE DI UN ARREDATORE E DI UN’INFORMATICA PER LE COSE BELLE, L’ECO-SALVAGUARDIA E LA RIVISITAZIONE DEI PRODOTTI, ARAQUÀ È UN NEGOZIO CHE PROPONE NUOVE IDEE PER L’ARREDAMENTO BASATE SUL RIUSO DEGLI OGGETTI VINTAGE ED UN USATO “POCO USATO” INTERESSANTE A PREZZI VANTAGGIOSISSIMI.

BORN FROM THE PASSION OF A DECORATOR AND  A SOFTWARE DEVELOPER FOR BEAUTIFUL THINGS,  THE ECO-PRESERVATION AND REINTERPRETATION  OF  PRODUCTS, ARAQUÀ IS A STORE THAT OFFERS  NEW IDEAS FOR DÉCOR CREATION BASED ON THE  REUSE OF OBJECTS, VINTAGE AND AN INTERESTING  USED “LITTLE USED” AT VERY  FAVORABLE PRICES.